Diritto penale del patrimonio e reati informatici
Assistenza a indagati e imputati
L'aggressione al patrimonio, sia con metodi tradizionali che attraverso l'uso della tecnologia, rappresenta una sfida legale in continua evoluzione. A coloro che si trovano indagati o imputati per reati contro il patrimonio o reati informatici, viene fornita consulenza e difesa tecnica basata sullo studio meticoloso del caso concreto e la conseguente preparazione della strategia difensiva.
Nel contesto della criminalità moderna, i reati contro il patrimonio e quelli informatici presentano una complessità che va oltre l'analisi penale tradizionale. La loro natura ibrida e l'uso di tecnologie avanzate rendono indispensabile l'integrazione tra diritto sostanziale, procedura penale e una solida comprensione delle dinamiche economiche e digitali.
Reati come la truffa (art. 640 c.p.), la frode informatica (art. 640-ter c.p.), e l'appropriazione indebita (art. 646 c.p.) si evolvono di pari passo con lo sviluppo tecnologico. A questi si aggiungono fattispecie complesse come la ricettazione (art. 648 c.p.) e il riciclaggio (artt. 648-bis e 648-ter c.p.), che in contesti digitali richiedono una meticolosa ricostruzione del flusso di denaro illecito.
Affrontare queste sfide richiede un approccio rigoroso e multidisciplinare, che coniughi la precisione giuridica con una competenza tecnica approfondita, fondamentale per un'efficace tutela.
La strategia difensiva per l’indagato si fonda su un'analisi dettagliata del capo di imputazione e delle prove, con particolare attenzione all’esistenza degli elementi oggettivi e soggettivi del reato.
A titolo esemplificativo e puramente informativo:
i) nella truffa può essere utile dimostrare l'assenza del cosiddetto "artificio o raggiro", oppure “l’induzione in errore”, elementi essenziali per la configurazione del reato;
ii) nel caso di reati procedibili a querela di parte, invece, può essere determinante dimostrare la mancanza di legittimazione nella predisposizione della querela, oppure la sua tardività rispetto ai termini proceduralmente previsti per la sua proposizione (ex art. 124 c.p.).
La corretta individuazione dei vizi formali e sostanziali del procedimento è un'attività preliminare e indispensabile per tutelare i diritti dell’assistito, anche attraverso eventuali indagini difensive e perizie tecniche di parte volte a confutare l'accusa.
Con un'attenta analisi degli atti di indagine e del caso concreto, lo Studio può valutare il maggiore rischio processuale, le possibili strategie difensive perseguibili e proporre all’assistito un'ampia gamma di possibilità concesse dall’ordinamento giuridico: dall'accesso ai riti alternativi previsti dal Libro Sesto del c.p.p., alla richiesta di pene sostitutive (ex art. 20 bis c.p.), a percorsi di riabilitazione e risarcimenti del danno, fino alla possibilità di poter richiedere misure alternative alla detenzione in caso di condanna.
Strumenti Alternativi al Processo
In determinate situazioni, per evitare conseguenze negative di un eventuale dibattimento, può essere utile ricorrere a strumenti giuridici che consentono di definire il procedimento in via alternativa, riducendo i rischi e i costi connessi al processo penale.
Oltre ai tradizionali riti alternativi (es. ex artt. 444 ss c.p.p. e 438 c.p.p. applicazione della pena su richiesta delle parti e rito abbreviato), si valuta la sussistenza dei requisiti per accedere ai diversi istituti previsti dall’ordinamento penale, ad es:
i) la messa alla prova (ex art. 168-bis c.p. e 464-bis c.p.p.), istituto finalizzato all’estinzione del reato dopo il successo di un programma di riabilitazione gestito dal Tribunale e dall’U.E.P.E.;
ii) la particolare tenuità del fatto (ex art. 131-bis c.p.p.), specifica causa di non punibilità prevista dal codice penale che in particolare casi c.d. lievi - pena detentiva non superiore nel minimo a due anni, modalità della condotta, esiguità del danno e del pericolo causato, oltre assenza di motivi ostativi previsti da specifiche disposizioni di legge - consente di ottenere una pronuncia di non punibilità per particolare tenuità del fatto;
iii) estinzione del reato per condotte riparatorie (ex art. 162-ter c.p.), istituto utilizzabile nel caso di reati perseguibili a querela di parte soggetta a remissione, che si sostanzia in un risarcimento integrale alla persona offesa, ovvero in una offerta reale che deve essere giudicata congrua dal Tribunale: qualora proposta entro determinati termini processuali consente di ottenere l’estinzione del reato.
Gli istituti sono richiamati a livello informativo generale, la loro applicazione deve essere valutata da un Avvocato che verifichi il caso concreto e l’esistenza dei requisiti necessari per la loro richiesta di applicazione.
Si suggerisce di utilizzare il canale telefonico esclusivamente per comunicazioni urgenti, mentre per questioni meno immediate è preferibile utilizzare la posta elettronica o il canale WhatsApp.
2. Tutela della persona offesa e del danneggiato
L'assistenza legale si estende oltre la difesa degli indagati. Viene offerta una tutela specialistica e completa anche per le persone offese da reati contro il patrimonio e crimini informatici.
La consulenza iniziale mira a supportare la vittima sin dalle prime fasi, con un'analisi approfondita della situazione per valutarne i profili di illiceità penale. L'obiettivo è costruire un percorso di tutela solido, che inizia con la redazione e la presentazione della denuncia-querela, un atto fondamentale per avviare il procedimento penale e tutelare i diritti della persona offesa.
In questa fase, si procede con la scrupolosa identificazione di tutti i profili di responsabilità penale. L’assistenza si concentra sull'impiego degli strumenti processuali più rigorosi per la tutela degli interessi economici violati, assicurando che la pretesa risarcitoria sia fondata su un'analisi tecnica del danno subito.
Successivamente, l'attività si concentra sulla valutazione e quantificazione del danno subito e sulla solvibilità dell’imputato nel caso di condanna nel processo penale. Attraverso un'analisi scrupolosa, viene definita la strategia più efficace per ottenere il risarcimento del danno, sia patrimoniale che non patrimoniale.
Se le condizioni lo permettono, l'assistenza prosegue con la costituzione di parte civile nel processo penale, uno strumento cruciale per far valere le pretese risarcitorie direttamente nei confronti dell'imputato. L'obiettivo finale è garantire una completa assistenza in ogni fase del procedimento, fino all'ottenimento di una riparazione economica per le perdite e i pregiudizi subiti.
Si suggerisce di utilizzare il canale telefonico esclusivamente per comunicazioni urgenti, mentre per questioni meno immediate è preferibile utilizzare la posta elettronica o il canale WhatsApp.